Il leone solitario e gli avvoltoi

Claudio Palma - 12/01/2017 18:37 - Storie
Il leone solitario e gli avvoltoiQuesta è la storia del leone solitario e degli avvoltoi che, appena morta la leonessa madre, iniziarono a girarle intorno.
Erano mesi che la vecchia leonessa non si sentiva più bene, non sentiva più la vita e la forza scorrere dentro le sue vene. Persino quando provava a ruggine o a cantare, cosa che a lei piaceva tanto, le usciva invece una voce sì intonata ma flebile e appena percettibile, come se a cantare fosse stata una gattina e non una leonessa
.
I suoi figli le stavano accanto. Certo! Ora che non si sentiva bene, le stavano accanto, per forza. C'era anche una giovane leonessa che l'aiutava.
Ma giorno per giorno le forze ormai la stavano abbandonando.
Dopo una vita dedicata al suo marito leone, ai figli leoncini soprattutto, ora le sembrava proprio di essere arrivata al capolinea della vita.
Ad un tratto pensò che qualcuno le aveva detto che di vita non ce n'è una sola, e che poi dopo morti si ritorna di nuovo. Chissà se sarebbe rinata ancora leonessa oppure cigno o giraffa o...
Ma proprio in quel momento si sentì mancare.
E morì.

Fu celebrato il funerale, e tutti gli animali della foresta intervenirono. Così pure tutti gli animali parenti, e i figli leoncini, tranne uno che era morto anni prima.

Il leone solitario e gli avvoltoi
Poi, dopo qualche giorno, la leonessa venne pian piano dimenticata. Di tanto in tanto qualche fiore sulla tomba e basta.
Gli animali parenti, diretti e acquisiti, iniziarono a vedere che la leonessa aveva lasciato un bel po' di denaro, un sacco di rifugi, un bel po' di tane, moltissimi monili e ogni sorta di beni in giro per il pezzo di savana-prateria di sua proprietà.
E ben presto gli animali parenti si trasformarono in avvoltoi. Già, gli avvoltoi. Un nome più gentile non c'è, neanche a cercarlo. Perché gli avvoltoi si gettarono su tutto il patrimonio lasciato dalla leonessa, chi arraffò i monili e le decorazioni e le pelli preziose, chi occupò rifugi ristrutturandoli a proprio gusto, chi prese possesso del denaro e delle tane adattandole alle proprie esigenze. Più o meno tutti depredarono trassero beneficio dai beni della leonessa.

Più in là, in disparte, solo soletto, rimase uno dei suoi figli, il leone solitario che triste assisteva al macabro balletto degli avvoltoi.
Per fortuna la leonessa aveva provveduto per tempo, anni prima, a lasciare al suo figlio leoncino soliitario un rifugio dove vivere, un po' di denaro per procurarsi cibo e coperte, e avere così una vita tranquilla.
E lui guardava gli avvoltoi e si chiedeva che senso avesse possedere beni, denaro, tane e rifugi, se non si aveva dentro il cuore l'Amore per gli altri e la voglia di donare se stessi per il bene altrui. Il leoncino iniziava a capire la differenza tra la falsa ricchezza e quella vera, e capì che non esisteva ricchezza più grande dell'Amore verso gli altri e la voglia di donare al prossimo.

Schifato dal balletto degli avvoltoi, se ne andò in giro per la foresta e iniziò a regalare un po' di denaro e di beni, tra quelli lasciatigli dalla sua leonessa madre, a chi ne aveva bisogno. Ogni animale povero o malato che incontrava, si fermava, cercava di capire se era veramente povero e bisognoso, e se constatava che lo era sul serio, allora cercava di aiutarlo in ogni modo.
E ogni sera tornando a casa aveva un po' meno denaro, un po' meno beni e averi, era stanco e assonnato, ma si sentiva sempre più ricco dentro e sempre più pieno di Amore da dare agli altri. Molti suoi amici lo deridevano, chiamandolo "fesso, tu che dai agli altri senza chiedere nulla in cambio", ma lui non se ne doleva e li considerava pur sempre amici.
E più donava agli altri e più gli sembrava che avesse ancora molti denari e beni da dare. "Beh, meglio così", pensava, "se ho ancora abbastanza per me di che vivere, e ancora abbastanza da dare agli altri, ebbene continuerò a dare agli altri".
Un giorno passò casualmente vicino al posto dove c'erano gli avvoltoi, e vide che ancora stavano gozzovigliando, ne ebbe disgusto ma anche pietà.
E passò oltre, verso il suo nuovo scopo della sua vita: dare agli altri senza chiedere nulla in cambio.

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Claudio Palma - 12/01/2017 18:37

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