Claudio Palma - 18/11/2018 17:49 - Storie
Ti amerò per sempre ...no, mi spiace, non è il libro di Piero Angela, non c'entra nulla. Non voglio neanche proporti frasi ti amerò per sempre. E' un romanzo popolare... cioè un romanzo epistolare... Ma no, diciamo semplicemente un romanzo brevissimo: l'ho scritto io. Questa è la quarta parte di "Ti amerò per sempre" (vedi
prima parte). E' suddiviso in 6 parti o capitoli. Ovviamente ogni riferimento a persone esistenti o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Si dice così, no?
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Indice
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prima parte
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seconda parte
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terza parte
quarta parte
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quinta parte
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sesta ed ultima parte
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Ti amerò per sempre - 4a parte
Carlo e Mari entrano in un bel bar, in una stradina un po' nascosta, un bel locale, al centro il bancone del bar, intorno gli sgabelli alti e dall'altra parte del bancone un po' di tavoli dove mangiare.
Nel vetro del bancone molte ottime pietanze, ci sono già alcune persone a fare la fila ciascuno col proprio vassoio self-service e poi ci si siede ad un tavolo.
- "Io di solito prendo un primo e il contorno insalata o altro" dice Mari a Carlo prendendolo sottobraccio.
- "Per me va benissimo, anche io di solito prendo un primo e un insalatina! Tu cosa bevi? Una birretta?" domanda Carlo.
- "Massì festeggiamo con una birretta" sorride Mari.
- "Ma... cosa festeggiamo?" domanda con uno sguardo malizioso Carlo.
Mari lo guarda con i suoi splendidi occhi e poi dice a Carlo:
- "Eh! Festeggiamo il tuo arrivo in questo ufficio, no?" dice Mari continuando a sorridere.
- "Ah! Ehm... bene! Giusto!" dice Carlo un po' in imbarazzo.
I due fanno la fila al banco, mettono sui loro vassoi un piatto di fettuccine con piselli e prosciutto e un piattino di rucola che poi condiscono con aceto sale ed olio poi chiedono due birrette.
Scelgono un tavolo, si siedono e iniziano a mangiare ed a chiacchierare.
Carlo le racconta del suo precedente ufficio, Mari le racconta di come vanno le cose in questo nuovo ufficio, gli parla del capo un po' burbero ma tutto sommato bravo, poi chiede a Carlo se in questo nuovo ufficio si trova a suo agio e se gli piace.
E Carlo la guarda negli occhi e le dice:
- "Sì, inizio ad ambientarmi, mi trovo a mio agio, ma... forse è anche merito tuo, cioè..." Carlo si interrompe e Mari lo guarda e dai suoi occhi ha già capito ma Carlo non sa come continuare.
Mari abbassa gli occhi nel piatto e gli dice:
- "Cioè, ti ho messo a tuo agio, ti piace la mia compagnia o..." Mari si interrompe e Carlo le dice:
- "Sì, mi piace la tua compagnia, accanto a te mi sento... bene" dice Carlo guardando Mari che tiene ancora gli occhi dentro il piatto. Poi li solleva lentamente sorride a Carlo ma fa cadere il bricchetto del sale.
- "Oddio che scema, guarda cosa ho combinato! Sei superstizioso?" chiede ironicamente a Carlo.
- "No per nulla, aspetta che ci penso io a mettere a posto..." risponde Carlo mentre raccoglie con un tovagliolo il sale caduto sulla tavola.
- "Beh neanche io sono superstiziosa, anzi..." Mari prende un pizzico di sale e lo getta alle sue spalle. Carlo ride divertito e anche lui la imita.
Carlo e Mari pagano il conto metà ciascuno, "alla romana", ed escono dal locale.
Carlo allora di nuovo prende la mano di Mari. Mari sorride e lo guarda come se non attendesse altro e lo abbraccia, allora anche Carlo le passa la mano intorno alle spalle e pian piano si incamminano verso l'ufficio.
La prima giornata di Carlo trascorre velocemente e lui segue e annota tutto ciò che i colleghi gli insegnano sul lavoro a lui assegnato in questo nuovo ufficio.
Poi arrivano le 18:00 del pomeriggio. Fine della giornata di lavoro la prima.
- "Carlo tu... sei in auto o con i mezzi?" chiede un po' cauta Mari.
- "Io prendo la metro, vado verso S.Giovanni" risponde Carlo.
- "Anche io prendo la metro, scendo a Termini" risponde sorridendo Mari.
- "Ah, ok allora... ti aspetto, andiamo insieme" dice Carlo in tono indeciso.
- "Ok vado un attimo in toilette e sono pronta" dice decisa Mari.
I due salutano i colleghi ed escono dall'ufficio, timbrano il loro badge e si dirigono verso la metro.
E come per incanto, nello stesso istante, una volta in strada le mani dei due si avvicinano si stringono e poi si tengono a braccetto.
Si infilano in metro, scendono le scale mobili e poi sentendo il rumore della metro in arrivo, scendono in fretta e entrano al volo in treno.
Metro affollata, Mari cerca con gli occhi quelli di Carlo e lui le si avvicina praticamente attaccato a lei con un braccio intorno ai suoi fianchi e lei con entrambe le braccia intorno a Carlo.
I due si guardano negli occhi, come a non credere a questa favola nata per caso, come un raggio di sole luminosissimo, all'improvviso, in un luogo improbabile come può essere l'ufficio di lavoro.
Arriva la fermata della stazione Termini, Mari si prepara a scendere.
- "Scendo anche io ti accompagno per un pezzetto poi torno indietro" le dice Carlo.
- "Ok bene" dice sorridendo Mari.
Mano nella mano i due si dirigono verso le scale mobili, poi si fermano in un angolo fuori dalla scia di gente che esce dalla metro.
- "Carlo io... cioè volevo dirti che tu... cioè io..." Mari vorrebbe dire a Carlo le sue emozioni che così prepotentemente le fanno battere il cuore, Carlo allora le dice:
- "Mari veramente anche io volevo dirti che..." e si interrompe anche Carlo.
- "Ah... ehm... dì prima tu..." dice Mari guardando gli occhi di Carlo.
Carlo la stringe tra le braccia e sussurrando le dice:
- "Mari io volevo dirti che..." Carlo si interrompe e dolcemente la bacia sulle le labbra. Mari si abbandona tra le sue braccia e poi stringe forte a sé Carlo baciandolo con passione. I due rimangono lì fuori dal mondo, noncuranti della gente che passa, per interminabili e bellissimi minuti.
- "Io... allora Carlo ci vediamo domani, anzi... il tuo numero di cellulare non me l'hai mica dato" dice sorridendo Mari.
- "Ah! Vero, ok eccolo qui" dice Carlo mostrando il suo cellulare col suo numero a Mari che lo annota nel suo e a sua volta mostra a Carlo il suo numero.
- "Allora ti telefono stasera alle..." dice Mari interrompendosi.
- "Quando vuoi Mari, ci sentiamo stasera per telefono appena puoi" dice dolcemente Carlo.
I due sono di nuovo abbracciati e un po' indecisi si lasciano, Mari guardando Carlo fa per andarsene, ma Carlo la trattiene per un braccio e la trascina di nuovo a sé. E la bacia di nuovo.
Mari sorride quasi felice e incredula.
I due si salutano con un velocissimo bacino sulle labbra.
fine della quarta parte - Ti amerò per sempre
(
quinta parte)
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